sabato 6 febbraio 2010

Mondi reali e utopie: il caso Benetton-Barilla



In questo post voglio analizzare la strategia di comunicazione della Barilla e della Benetton, come hanno voluto sviluppare la narrazione in relazione alla creazione del mondo di una marca.

In primo luogo la Benetton ha incentrato la sua campagna su una multiculturalità, attenzione alle dinamiche sociali, quindi a un mondo reale (anche se ancora un po' idealizzato). Una società dinamica, fortemente espressa anche nei colori, elemento di cui Benetton se ne avvale a pieno titolo.
Un cromatismo forte che passa dai tessuti colorati di Benetton a una cultura attuale fortemente incentrata sulla coesistenza di diverse etnie.




La Barilla punta invece alla tradizione, a un clima basato sulla tranquillità, mi piace ricordarla così, come un "piccolo mondo antico", sui valori della famiglia che però sono fortemente utopici ed idealizzati, non un vero e proprio sogno ma una grande utopia della famigliola felice immersa nella rusticità e della natura, dimenticando i grandi problemi dei nostri giorni.

Cosa che invece, tra l'altro, tratta su ampia scla Benetton.
Da Oliviero Toscani,la Benetton diventa sempre più attenta alle dinamiche, alle problematiche della società del postmoderno; adottando una strategia comunicativa di forte impatto, contesta e provocazione.

Dal multiculturalismo, dei primi anni come i bambini di diverso colore messi uno di fronte all'altro, alla mano nera su quella bianca, Benetton continua comunque a giocare su contrsti cromatici, accostamenti di colore, privilengiando gli sfondi neutri.

Cromatismi , multiculturalismo e il problema dell'integrazione

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